Motoslitte fuori dai luoghi consentiti anche in Val di Blenio

Il problema viene confermato dalla sindaca di Blenio. Il presidente Sat Lucomagno Enea Solari: ‘Servono più controlli’

di Samantha Ghisla, LaRegione, articolo del 01.03.2019

Finché nessuno si fa male, nessuno ne parla, o perlomeno non pubblicamente. Ma ciò non significa che il fenomeno non esista. Quanto raccontatoci all’indomani dell’incidente mortale avvenuto domenica sulla cima della montagna sopra Mesocco dalla sindaca di Campodolcino – ovvero di scorribande selvagge con le motoslitte al di fuori dei tracciati consentiti – trova riscontro anche in alta Valle di Blenio. E in particolare nella zona di Dötra e del Lucomagno, particolarmente apprezzate da amanti degli sport invernali ed escursionisti in tutte le stagioni. Come sottolinea la sindaca di Blenio Claudia Boschetti-Straub, il Comune ha rilasciato i permessi per il raggiungimento delle molte cascine e rustici presenti sul territorio, come prevede un apposito Regolamento sulle slitte a motore (risalente al 2008 e attualmente in fase di revisione). Il problema, aggiunge la sindaca, è chi non rispetta la regolamentazione cantonale che al momento prevede che questi mezzi circolino solo su strade innevate e non nei prati o tra i boschi. «È un mezzo importante e utile ma dev’essere utilizzato in conformità con le leggi, alla stregua di qualsiasi altro mezzo di trasporto. Non per andare in giro a scorrazzare fuori zona», avverte la sindaca. Boschetti-Straub riconosce il fenomeno ma aggiunge che il Comune non può intervenire. Al di là della vastità territoriale che non facilita le verifiche – Blenio ha una superficie di 202 chilometri quadrati – le multe vengono comminate dalla Sezione della circolazione su segnalazione della Polizia cantonale o dell’Ufficio caccia e pesca. Stando a nostre informazioni, nelle scorse stagioni invernali sarebbero fioccate parecchie sanzioni. Secondo il presidente della SAT Lucomagno Enea Solari, per arginare il fenomeno potrebbe essere utile inasprire ulteriormente i controlli. «Ci sono persone che si recano in queste zone con motoslitte da svago e s’inoltrano per i boschi creando disturbo dal punto di vista fonico e della fauna – spiega Solari –. Il problema esiste, lo constatiamo di persona e ci viene spesso riportato dagli escursionisti». Se da una parte le forze deputate al controllo spesso hanno altre priorità, rileva il presidente sezionale della SAT, dall’altra risulta in effetti difficile cogliere in flagrante chi non rispetta le regole. Complice il fatto che probabilmente la cerchia di chi commette le infrazioni comunica tramite messaggi sul cellulare i controlli in corso.

‘Un mezzo utile, da non demonizzare’

Al di là alla pericolosità delle scorribande, Solari ritiene che questa pratica particolarmente fastidiosa per chi si vuole godere la natura in tranquillità possa rischiare di far fuggire gli escursionisti da questi monti. Al contempo il presidente della SAT sottolinea la necessità di non demonizzare tale mezzo di trasporto che può risultare particolarmente utile in più ambiti regolamentati, ad esempio per battere i sentieri escursionistici durante l’inverno, per trasportare turisti alla capanna Dötra di proprietà della SAT o come mezzo di soccorso in zone discoste. «La motoslitta non è di principio pericolosa – aggiunge Solari – ma lo è chi la utilizza in modo errato. Di fatto i motoslittari sono un gruppo ristretto e al loro interno c’è una nicchia di persone che non rispetta le regole». Secondo il nostro interlocutore, solitamente si tratta di giovani che si ritrovano in sella a bolidi con cilindrata e motori che non hanno limitazioni e finiscono per emulare filmati su YouTube girati nelle distese del Nord America.

Come detto, non tutti i proprietari di motoslitta si comportano così. Lo ribadisce pure il presidente del Motoslitte club Ticino Fausto Tinetti, che invita a non fare di tutta l’erba un fascio. Il club che raggruppa circa 180 soci si è munito anche di un codice etico e s’impegna a effettuare sensibilizzazione tra i membri, sottolinea Tinetti. «È un mezzo ben integrato e indispensabile per poter frequentare le nostre regioni. Chi investe per riattare delle abitazioni in zone discoste deve potervi accedere anche quando la strada è innevata», aggiunge Tinetti.