La SAT Lucomagno per i suoi 90 anni vuole festeggiarsi e festeggiarvi!

Dove?
in Capanna Scaletta, domenica 18.07.2021
A causa del tempo incerto la festa viene rinviata a domenica 25.07.2021!

Come?
Offrendo a tutti i partecipanti una maccheronata cucinata da Ilaria e il suo team

Cosa fare per partecipare?
Annunciarsi a Ilaria allo 091.872.26.28 o scrivere una mail a scaletta@satlucomagno.ch, specificando quale bus si intende prendere da Ghirone. Trovate gli orari quì

Vi aspettiamo numerosi!

Domenica 18.07.2021 la SAT Lucomagno festeggia i suoi 90 anni dove, nel 1994, prendeva vita un sogno

“Da qualche settimana chi, da Campo Blenio, punta l’occhio verso l’alta Valle Camadra scorgerà, in fondo, un triangolino bianco.
È la nuova capanna Scaletta che la SAT Lucomagno sta costruendo a due passi dal vecchio rifugio situato ai piedi del Passo della Greina a 2’200 metri di quota. Il tetto della nuova struttura che racchiude il pianterreno e il piano superiore della capanna é stato posato sul basamento in cemento lunedì 22 agosto da un elicottero Super Puma della ditta svittese Helog Ag. Quattro sono stati i voli necessari – della durata di 10 minuti ciascuno – per trasportare le parti componenti il “tetto” dal Luzzone (dove é stato costruito ed assemblato ad opera della carpenteria Fratelli Maestrani di Dangio) fino ai 2’200 metri di quota.
Il peso massimo trasportato ha raggiunto le 2,9 tonnellate (la capacità massima del Super Puma é di 4,5 tonnellate). Dieci uomini dell’équipe svittese hanno controllato i lavori a terra, sia nei pressi della diga del Luzzone sia in Valle Camadra.

Alla singolare e insolita operazione hanno assistito diverse decine di persone: curiosi e escursionisti di passaggio. La nuova capanna alpina, che disporrà di 40 posti letto, dovrebbe essere agibile nel 1995. Al piano interrato, edificato dall’impresa Giacomo Fasani di Lottigna, troveranno posti i servizi (con docce), la cantina e un locale per il deposito di materiale. Al pianterreno vi saranno invece l’entrata, un vano per i sacchi, il locale per il guardiano, la cucina e il soggiorno con 46 posti a sedere.
Al piano superiore é previsto il dormitorio suddiviso in quattro camere. Per finanziare in parte la costruzione, la SAT Lucomagno lancerà una particolare azione di raccolta fondi.”
_tratto da “Voce di Blenio”, settembre 1994

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La Scaletta riapre sabato 19 giugno!

Abbiamo rubato un attimo di tempo a Ilaria Pagani a pochi giorni dalla riapertura della Capanna Scaletta e le abbiamo fatto qualche domanda.
Grazie Ilaria per esserti messa a disposizione!

Una volta mi hai raccontato che da ragazza il tuo sogno era diventare capannara. Adesso che gestisci una capanna tutta tua, il sogno é finalmente diventato realtà?
Si sicuramente! Già da ragazza avrei voluto diventare capannara, ma vista la giovane età non mi è stato possibile, Ho avuto la fortuna e l’occasione in quegli anni di gestire un grotto nel mendrisiotto che era aperto tutto l’anno per 14 anni e devo dire che mi ha arricchito sia nel lato pratico del lavoro, ma mi ha anche fatto crescere nel lato personale. Quello che ho imparato in quegli anni, mi sta aiutando molto nella gestione della capanna, anche se non è per niente la stessa cosa. Fare la capannara si vivono le giornate 24h su 24h, 7 giorni su 7 anche se solo per tre mesi l’anno. Non aver potuto gestire una capanna in quel momento, è stato però anche un motivo per fissarmi un obbiettivo che prima o dopo avrei raggiunto e così è stato. La gioia più grande ora è che anche la mia famiglia ne fa parte, aver trasmesso ai miei figli il mio entusiasmo, ha fatto sì che anche loro partecipino in modo attivissimo in questa nostra grande avventura, e mi rendo conto che senza di loro tutto questo non sarebbe possibile!

Fare la capannara é così come te lo immaginavi, o ci sono aspetti che ti hanno sorpresa – sia positivamente che negativamente! – ? 
Si diciamo che me lo immaginavo così, anzi forse anche meglio. Quello che mi ha scombussolato all’inizio, è stato capire quali erano le abitudini degli escursionisti che a dire il vero non le immaginavo nemmeno, (esempio nelle giornate di pioggia già al mattino alle nove chiedono la minestra di verdura per riscaldarsi, io personalmente chiederei un tè caldo).

Qual’é l’aspetto di questo lavoro che preferisci?
Sicuramente è il conoscere molta gente, poter condividere momenti che magari non si potranno ripetere, in un solo anno ho conosciuto persone e già si è instaurato un legame, anche in lontananza. Mi piace molto la dinamicità della giornata, l’essere sempre attivo per il ricambio di visitatori.

E quale ti piace meno? 😉
No non ci sono aspetti negativi, fare la capannara è quello che ho sempre voluto, mi adatto quindi al momento e ne traggo il più possibile il lato positivo in ogni situazione.

Qual’é il momento migliore della giornata? 
Ce ne sono diversi, il primo sicuramente è il risveglio di primo mattino, uscire e ascoltare il silenzio che mi circonda, poter respirare un’aria pura che porta energia. Il secondo sono i momenti condivisi con i miei figli durante la giornata perché anche loro da “piccoli capannari” sanno trasmettermi le loro emozioni, sensazioni e anche idee positive per affrontare al meglio le giornate avvenire. E il terzo è la sera quando la giornata finisce e che con uno sguardo al cielo raccolgo quello che è successo durante la giornata e ne faccio tesoro per poter migliorare e imparare ogni giorno.

Vuoi dare un consiglio a chi vuole intraprendere questa professione?
Penso che non si possano dare molti consigli, questo è un lavoro che deve piacere, specialmente quelli che hanno a che fare con la ristorazione, non è sempre facile ascoltare e accontentare la gente, a volte bisogna saper mediare anche in situazioni di contrasto. Bisogna amare sicuramente la montagna in tutte le sue sfaccettature, sapersi mettere in gioco, ed essere molto disponibile, ma soprattutto l’essere in grado di organizzarsi con la dispensa per la cucina che se non si ha un po’ di esperienza, calcolare i quantitativi per diversi giorni e un numero elevato di coperti, può essere un po’ difficoltoso.

In una giornata fredda e uggiosa, il morale degli escursionisti che si fermano in Scaletta si tira su con…?
Con l’accoglienza, un piatto caldo, una fetta di torta fatta in casa e un sorriso. Nelle giornate di brutto tempo, ho notato che chi arriva ha più bisogno di scambiare qualche parola e apprezza il poter rimanere in capanna al caldo e il programma che hanno fatto per la giornata non ha più importanza.

E il morale della capannara, come si tira su? 🙂
È raro che mi si debba tirare su il morale, ho imparato che un buon oste, e in questo caso capannara, debba saper sorridere in ogni circostanza e lasciare i problemi e le perplessità racchiusi nei muri della propria casa (ovviamente però non bisogna schiacciarmi i piedi!).

Un escursionista rispettoso non farebbe mai…?
Offendere o trattare male un capannaro e gli altri escurionisti, e soprattutto non avere rispetto della natura che lo circonda.

Raccontaci un aneddoto divertente del tuo primo anno alla Scaletta
È successo il primissimo giorno!!! Dieci giorni prima dell’apertura ero stata contattata da un ragazzo che si trovava in Inghilterra per lavoro e mi aveva detto le la sua fidanzata avrebbe percorso la Greina da sola con pernottamento in capanna. Lui mi ha chiesto se avrei potuto farle una sorpresa e consegnargli una lettera con un piccolo regalo. Io ovviamente emozionata gli avevo detto di spedirmi tutto il prima possibile che lo avrei portato personalmente in capanna. E così è stato. Apro la capanna al 20 giugno, tutto bene, arriva la ragazza al pomeriggio, ma… era accompagnata da un uomo. Le ho chiesto due volte come si chiamava perché ero nel panico, come facevo a consegnarle il regalo del fidanzato che lei era venuta con un altro?? Poco prima di cena lui è ripartito, e a quel punto le ho chiesto come mai era andato via e lei incuriosita dalla mia domanda mi ha detto che non lo conosceva, lo aveva incontrato sul sentiero. Alla fine della cena con un grande sospiro di sollievo, le ho consegnato il regalo e le ho spiegato che non sapevo come fare a consegnarglielo perché pensavo che era venuta con l’amante. Lei è scoppiata a ridere ma anche a piangere per l’emozione e gli altri ospiti si guardavano incuriositi e abbiamo spiegato loro quanto successo. Alla fine sono stata accolta da un grandissimo applauso e mi hanno detto che quella serata è stata una specie di battesimo. Questa serata la ricorderò per sempre!

Per finire: un buon auspicio per l’imminente stagione 2021?
Mi auguro che questa stagione sia solare come quella già passata, poter vivere ogni giorno con la stessa emozione del primo e regalare a chi viene in capanna anche solo per una giornata, la possibilità che sia una giornata speciale!

Il ritorno del bel tempo corrisponde con l’arrivo delle zecche e di altri ospiti indesiderati, come la processionaria del pino

fonti: www.ch.ch/it/zecche, www4.ti.ch

Le zecche prediligono boschi di latifoglie con un ricco sottobosco, preferibilmente i margini e i sentieri del bosco. Si posizionano sulle piante a bassa crescita aspettando che passi un essere vivente a sangue caldo.

Le zecche possono essere portatrici di diversi agenti patogeni. Le due malattie più importanti sono:
. la borreliosi/malattia di Lyme;
. la meningoencefalite primaverile-estiva (FSME), conosciuta anche come meningoencefalite da zecche.

Misure preventive

. indossare pantaloni lunghi e scarpe chiuse (infilare i pantaloni nelle calze). Gli indumenti di colore chiaro aiutano a individuare i parassiti;
. utilizzare uno spray repellente contro le zecche sugli indumenti, sulle scarpe e sulle parti del corpo che possono facilmente venire in contatto con la vegetazione;
. evitare il sottobosco;
. effettuare un esame accurato del corpo e degli indumenti dopo un’escursione all’aperto.

Come rimuovere una zecca?

Non sempre ci si accorge della puntura di una zecca ed è pertanto necessario controllare tutto il corpo e gli indumenti dopo un’escursione all’aperto.
Controllare anche il sottopelo degli animali domestici (p. es. gatti, cani o cavalli).
La zecca individuata deve essere rimossa rapidamente utilizzando una pinzetta con la punta sottile, afferrandola a livello cutaneo ed estraendola in modo regolare. In seguito disinfettare bene la zona della puntura e annotare la data.
In caso di febbre o altri sintomi dopo la puntura della zecca contattare un medico.

Un’applicazione per prevenire le punture delle zecche

L’applicazione sviluppata dall’Università di scienze applicate di Zurigo aiuta a prevenire le punture di zecche e mostra come comportarsi correttamente in caso di puntura. L’applicazione è disponibile per iOS e Android.

Giurisprudenza

Secondo la giurisprudenza, la puntura di una zecca costituisce un infortunio e va pertanto notificata all’assicurazione contro gli infortuni in caso di consultazione medica.

È stata inoltre segnalata la presenza della processionaria del pino in alcuni boschi del Canton Ticino.

Cos’è la processionaria del pino.

È una farfalla le cui larve (o bruchi) si sviluppano sulle conifere, in particolare sui pini, arrecando danni alle piante e causando a persone e animali reazioni cutanee irritative e allergiche, a volte allergie gravi. Le larve della processionaria del pino sono presenti sulle piante dall’autunno fino alla primavera. Una volta raggiunta la maturità, scendono lungo i tronchi in lunghe file fino al suolo, dove si interrano per trasformarsi prima in crisalide e poi, durante l’estate, in adulto.

Identificazione

Nel periodo invernale la presenza di questo insetto è agevolmente rilevabile grazie alla vistosità dei grossi nidi biancastri di svernamento, costruiti sulla parte più soleggiata delle chiome delle piante ospiti. Le larve mature hanno capo nero e corpo grigiastro, su cui spicca il rosso fulvo dei ciuffi di peli urticanti; lateralmente sono presenti lunghi peli biancastri e il colore tende al giallastro.

Danni

Nel corso di forti attacchi i pini colpiti possono essere completamente privati degli aghi. Infestazioni ripetute per più anni influiscono negativamente sugli accrescimenti e possono inoltre indebolire le piante al punto da predisporle a successivi attacchi di insetti e patogeni di debolezza. Le infestazioni di processionaria del pino rivestono inoltre una non trascurabile importanza igienico-sanitaria, poiché a partire dal terzo stadio larvale le larve portano sul dorso peli urticanti, conformati come dei piccoli arpioni, che possono essere facilmente liberati nell’aria e trasportati dal vento. Questi peli urticanti possono causare dolorose infiammazioni se vi è un contatto con la pelle e anche gravi reazioni se inalati.

Precauzioni da adottare

. non avvicinarsi e non sostare sotto piante infestate;
. tenere i cani al guinzaglio nelle zone di presenza dei nidi;
. raccomandare ai bambini di non toccare i bruchi in fila;
. non tentare di distruggere i nidi con mezzi artigianali, poiché ciò favorisce la diffusione nell’ambiente dei peli urticanti;
. a fine inverno-inizio primavera, quando si possono osservare con particolare frequenza le processioni di larve lungo i tronchi o sul terreno, evitare di raccogliere i bruchi senza protezioni e con mezzi inadeguati (scope, rastrelli, ecc.);
. lavare abbondantemente frutti e prodotti di orti in prossimità di pini infestati.

In caso di contatto con i peli urticanti, persone e animali possono manifestare reazioni cutanee con prurito e, in individui predisposti, reazioni allergiche anche importanti. Generalmente è sufficiente lavare la pelle (ev. corpo e capelli) con acqua e sapone. Per asportare peli ancorati alla pelle si può usare del nastro adesivo. In caso di forte prurito la polvere di talco mentolato produce un effetto calmante. 

Richiedono invece l’intervento medico le rare situazioni di reazione allergica generalizzata (sintomi respiratori) oppure di congiuntivite causate dal contatto di peli urticanti con gli occhi, o ancora di ingestione di peli o larve.

In caso di contatti accidentali con larve o nidi è consigliato manipolare gli indumenti con guanti e lavarli a temperatura non inferiore a 60°, fare una doccia ed evitare di grattarsi.