Sentiero Capanna Scaletta, sondaggio per una misura condivisa

La Sat Lucomagno chiede ai soci di dare la propria visione sulla ‘direttissima’. Passi concreti invece per l’itinerario ufficiale, verso una sistemazione.

La Regione – articolo del 13.03.2023
di Giacomo Rizza

La Società alpinistica ticinese, sezione Lucomagno, ha discusso anche del sentiero non demarcato che porta alla Capanna Scaletta in occasione dell’assemblea ordinaria tenutasi a Olivone venerdì 10 marzo. Come riferito la scorsa settimana, l’appuntamento voleva essere anche l’occasione per avere una visione d’insieme da parte dei soci sull’opportunità di attuare misure dopo la tragedia dello scorso 4 settembre, quando due 14enni di una polisportiva del Varesotto che stavano scendendo lungo il percorso non ufficiale, detto la ‘direttissima’, sono caduti e morti, mentre un terzo coetaneo ticinese si è gravemente ferito nel tentativo di soccorrerli.


‘Il messaggio di sensibilizzazione è passato’
Il comitato ha deciso di prendersi ancora un po’ di tempo – anche alla luce dei soci che non hanno potuto presenziare – per permettere a tutti di inoltrare in forma scritta la propria visione. In questo modo si vuole individuare la soluzione maggiormente fattibile e condivisa. Al momento, prosegue il presidente Enea Solari, la Sat Lucomagno ha già ricevuto alcune considerazioni che verranno debitamente valutate. «Segno che il messaggio di sensibilizzazione del comitato è passato».

Ancoraggi oppure dimenticarlo
Due le ipotesi che appaiono come le più attuabili: l’inserimento di ancoraggi per migliorare la sicurezza nei punti più insidiosi della ‘direttissima’, oppure di non più utilizzare la traccia permettendo alla vegetazione di man mano andare a cancellarla, come peraltro suggerito dal Cantone per tramite della Commissione cantonale dei sentieri. Subito dopo la tragedia, la Sat Lucomagno aveva infatti scritto alla Sezione cantonale della mobilità chiedendo, pur non essendo gli uffici cantonali competenti per un sentiero non ufficiale, un parere su possibili misure alla luce di quanto successo.

Proprietaria del rifugio ma non del terreno lungo il quale si snoda la ‘direttissima’ (che appartiene al Patriziato di Ghirone), la Sat Lucomagno non considera la traccia non ufficiale un valore aggiunto per la capanna. Tuttavia non è un mistero che, dato il minor tempo di percorrenza, la via sia spesso utilizzata dagli alpinisti più esperti, conoscitori del luogo, così come dai cacciatori. L’idea di installare un cartello che mette in guardia chi vuole percorrerla non aveva fatto l’unanimità: si teme infatti che un’indicazione sulle sue insidie possa portare all’effetto opposto e stuzzicare a mettersi alla prova i tanti escursionisti che frequentano la zona.

Volontà di migliorare il sentiero ufficiale
In attesa di avere un quadro generale della volontà dei soci, un passo concreto durante l’assemblea è stato fatto nella direzione di migliorare la qualità di percorrenza del sentiero ufficiale, che richiede circa mezz’ora in più di cammino. «Le riflessioni portate dal comitato sono state condivise: questa mattina c’è già stato un contatto con il gruppo Gestione sentieri dell’Organizzazione turistica regionale che si è detto ben disposto – e di questo ringrazio a nome della Sat Lucomagno – a verificare la possibilità di intervenire per sistemare alcuni punti e rendere così maggiormente attrattivo, anche se più lungo, il sentiero ufficiale. Allo stesso tempo – prosegue il presidente Solari –, quando arriverà il momento di reinstallare i cartelli dopo la stagione invernale, si valuterà se potenziare la segnaletica per rendere ancora più visibile il sentiero ufficiale e indirizzare ancor più gli escursionisti a utilizzarlo in modo esclusivo».

Leggi anche:
Scaletta, per ora niente misure concrete per la ‘direttissima’

Assemblea generale ordinaria 2023 SAT Lucomagno

Care Socie, cari Soci,
gentili Signore, egregi Signori,
Il Comitato della SAT Lucomagno ha il piacere di invitarvi all’Assemblea generale ordinaria che si terrà:

venerdì 10 marzo 2023, alle ore 18:00
Sala assemblee della Casa comunale a Olivone

per deliberare sul seguente ordine del giorno:

  1. apertura dei lavori, verifica presenti, nomina di due scrutatori e accetazione dell’ordine del giorno;
  2. lettura del verbale dell’Assemblea 2022;
  3. relazione del Presidente;
  4. relazione delle Commissioni;
  5. relazione del Cassiere e rapporto di revisione conti 2022;
  6. modifiche statuarie;
  7. nomine statuarie;
  8. eventuali.

Seguirà la cena presso l’Ospizio Camperio.

Nella speranza di incontrarvi numerosi, vi mandiamo i nostri migliori saluti
Comitato SAT Lucomagno

Una rete di collaborazione per proteggere gli alpinisti

La Regione – articolo del 20.07.2022
di Federica Ciommiento

La natura è forte, la natura ha le sue regole, la natura, a volte, è un pericolo per le persone. Chi decide di avventurarsi sulle cime lo sa: bisogna avere rispetto della montagna, essere preparati e sempre all’erta. Il rischio zero non esiste. Si può però fare affidamento su una fitta rete di informazioni ed esperienza composta, fra gli altri, da istituti di meteorologia e di ricerca, guide alpine, pattugliatori, custodi di capanna.
Soprattutto ora che il cambiamento climatico è in atto, è essenziale avere notizie le più recenti possibile.


In capanna le informazioni di giornata
Le notizie più fresche sulle condizioni di un percorso si possono trovare contattando i rifugi alpini. «Quando l’escursionista arriva in capanna si notifica su un registro e, soprattutto in quelle custodite, è dovere etico del capannaro raccogliere il maggior numero di informazioni sullo stato e sulla percorribilità di alcune zone», ci spiega Enea Solari, presidente della sezione Lucomagno della Società alpinistica ticinese (Sat). Una domanda, però, sorge spontanea: non c’è il rischio che le informazioni siano troppo soggettive? «Un alpinista serio si approccia al ghiacciaio con mentalità prudente, attrezzatura adatta e una giusta capacità tecnica. Il capannaro capisce così se sono persone esperte che possono dare indicazioni affidabili», spiega Solari. Un altro importante compito del custode è quello di conoscere l’itinerario dell’escursionista in partenza: «Può essere di grande aiuto in caso di ricerca di persone che non sono arrivate alla destinazione successiva», indica Solari.

Verificare in anticipo le condizioni
Prima di partire per un’escursione è fondamentale anche informarsi sulle condizioni meteorologiche e nivologiche da canali ufficiali come MeteoSvizzera, che offre anche una consulenza personalizzata, e il bollettino dell’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (Slf). Inoltre i Cantoni si occupano del monitoraggio e della prevenzione dei rischi naturali e le informazioni sono a disposizione su piattaforme digitali. In Ticino, per esempio, sul sito di Montagne sicure «ci sono le informazioni che dovrebbero essere proprie di qualsiasi escursionista, anche per una gita semplice», precisa Solari.

Attenzione ai siti internet
Tra i mezzi coi quali siamo abituati a cercare informazioni ci sono anche loro: internet, i social, le riviste… Bisogna però fare attenzione e prendere tutto con le pinze. «Sono informazioni molto soggettive», mette in guardia Massimo Bognuda, guida alpina.

PERICOLI IN MONTAGNA

‘Alcuni strumenti danno una falsa sicurezza’


Saper scegliere i tragitti nel migliore dei modi implica conoscere le proprie capacità e l’impegno necessario per il percorso. «In un sondaggio effettuato l’anno scorso da Montagne sicure, si nota una grande carenza nella conoscenza dei gradi di difficoltà dei sentieri», dice la guida alpina.
Un altro aspetto da considerare è quello che solleva Fulvio Sartori, di Funivie svizzere: «Credo che i pericoli siano pressoché gli stessi. Il problema è che molte più persone si mettono in situazioni rischiose a causa della falsa sicurezza data da mezzi come, per esempio, il ricerca persone Arva, gli airbag, le sonde per reperire le persone travolte da una valanga». Nonostante questi mezzi, «ci sono dei principi di sicurezza che andrebbero comunque rispettati», ricorda Sartori. Come quello di non avventurarsi fuoripista o fare pelli di foca nel pomeriggio in determinati periodi dell’anno: «A meno che non sia un terreno più che sicuro, a mezzogiorno bisogna essere tornati».


Cartina e bussola ancora fondamentali
« L’escursione che va a buon fine è quella al termine della quale si torna a casa senza nessun infortunio, neanche piccolo», precisa Enea Solari. «Bisogna assolutamente evitare le gite non pianificate e non preparate con scrupolo, quelle nate a cuor leggero, qualunque esse siano».
«Bisogna avere la condizione fisica giusta, fare tutto il possibile per sapere dove si va, conoscere costantemente la propria posizione, avere l’attrezzatura corretta e capacità come la lettura del terreno, della carta e della bussola. In caso di un guasto, la trasmissione dei dati ‘gps’ sugli apparecchi può essere interrotta. La carta resta dunque un sistema sempre valido per collocarsi e capire dove e come muoversi», prosegue il presidente della Sat Lucomagno. In montagna può essere necessario doversi fermare. Molto importante dunque è anche avere sempre con sé indumenti caldi e qualcosa da bere e mangiare, ricorda Solari: «Sembrano piccolezze, ma permettono di sopportare un momento critico».


Rivolgersi a una guida alpina
«Il modo più serio per un escursionista per andare su un ghiacciaio è quello di rivolgersi a un professionista che saprà fornire le migliori informazioni sulle condizioni e sulla pericolosità», afferma Enea Solari.
«Oppure farsi proprio accompagnare da una guida alpina». Molto utile può essere anche «fare dei corsi di formazione, dati per esempio da società alpinistiche». In Ticino i ghiacciai maggiormente conosciuti sono quelli del Basodino e dell’Adula. «Non bisogna però dimenticare che ve ne sono anche altri, meno conosciuti, meno estesi, ma non per questo meno pericolosi » .
Solari ricorda inoltre che su un ghiacciaio è importante evitare i corsi d’acqua che scorrono in superficie. «Da una parte perché l’erosione dell’acqua assottiglia la coltre di scorrimento senza poterne sapere lo spessore e, dall’altra, perché dove c’è un corso d’acqua che si infila sotto il ghiaccio ci può essere un buco, un crepaccio o una cascata di metri».

Marmolada

‘Nel posto sbagliato al momento sbagliato’


Sono notizie che si vorrebbe non dover mai sentire, ma purtroppo le tragedie in montagna accadono, come quella avvenuta il 3 luglio in Italia sul ghiacciaio della Marmolada, nelle Dolomiti. Un seracco (un particolare blocco di ghiaccio, ndr) si è staccato travolgendo degli alpinisti, undici dei quali sono deceduti.
«Ciò che è successo lassù è ancora in fase di verifica e non ci si può esprimere», dice Enea Solari. «In generale, conoscendo preventivamente i luoghi dove ci si sposta durante un’escursione, si possono evitare zone potenzialmente pericolose, ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo». Sono stati fatti errori? «Sono piuttosto dell’idea che erano al momento sbagliato nel posto sbagliato», dice Massimo Bognuda.

Pericoli in aumento
«I ghiacciai stanno arretrando, quindi i pericoli aumentano. Caduta nei crepacci, seracchi che si staccano… sono fenomeni che probabilmente si accentueranno un po’ nei prossimi anni», afferma Bognuda.
«Questi crolli ci sono soprattutto nelle montagne che hanno dei ghiacciai sospesi. In alcuni punti bisogna valutare se è il momento di passare oppure rinunciare». Resta comunque «una spada di Damocle. La caduta di un sasso, di un seracco, può sempre capitare.
Chiaramente può influire anche l’orario. Se c’è una zona con dei seracchi sopra, cerco di passare al mattino presto e attraverso velocemente l’area di pericolo», dice la guida alpina.

Escursioni in montagna: «Prudenza e conoscenza»

articolo del CdT – 12.07.2022, di Simone Berti

I consigli del portavoce della Federazione alpinistica ticinese Enea Solari dopo la terza tragedia in poco più di un mese nel Sopraceneri – Fondamentale essere preparati, in forma e riforniti, oltre che correttamente equipaggiati


«Credo che a scopo preventivo sia utile richiamare le norme di prudenza, di conoscenza del territorio e di lettura del terreno sul quale ci si sta incamminando: questo a prescindere dal caso specifico di sabato, di cui non conosco i dettagli e sulle cui cause si esprimeranno le autorità competenti». Enea Solari, portavoce della Federazione alpinistica ticinese (FAT) oltre che presidente della Società alpinistica ticinese (SAT) Lucomagno, lancia un appello pubblico in seguito al terzo infortunio mortale sulle montagne del Sopraceneri in poco più di un mese. Dopo la Verzasca il 7 giugno e la Riviera il 18 giugno, stavolta lo scenario di una caduta letale durante un’escursione è stata l’alta Valle di Blenio, dove sabato ha perso la vita un 64.enne appassionato di gite nella natura domiciliato nel Luganese. Quelli evocati da Enea Solari sono in sostanza i principi di prevenzione del progetto del Dipartimento delle istituzioni «Montagne sicure», a cui tutti possono comodamente attingere digitando www.ti.ch/montagnesicure.
Sulla stessa pagina si può scaricare una brochure informativa ed è possibile leggere approfondimenti su vari temi: cosa mettere nel sacco, come equipaggiarsi, come informarsi sugli itinerari, come prepararsi per gite in MTB o e-Bike.

«Siamo solo a inizio stagione»
Sempre a prescindere dalla dinamica del caso concreto, su cui si esprimerà l’inchiesta della Polizia, l’appello è più che mai valido dopo questo nuovo dramma perché è già il terzo in poche settimane nella regione: «E siamo solo all’inizio della stagione», sottolinea il portavoce della FAT. La campagna di prevenzione «Montagne sicure» ha lo scopo di sensibilizzare coloro che, indipendentemente dalla stagione, trascorrono il loro tempo libero o praticano delle attività in montagna. Per quanto riguarda le escursioni in estate, i consigli principali sono i seguenti: essere in forma e sicuri, scegliendo un percorso idoneo, comunicandolo e non cambiandolo; essere attrezzati in maniera consona, a partire dagli scarponi (inoltre nel sacco non devono mancare indumenti per la pioggia e per il freddo, protezioni dal sole, kit di primo soccorso, una cartina e un cellulare); andare a passo sicuro ma non troppo elevato, concedendosi delle pause, bevendo e mangiando per mantenere sotto controllo la stanchezza ed inalterata la concentrazione; infine, in caso di passaggi difficili con rischio caduta un adulto deve assistere i bambini che partecipano alla gita.

«Una zona impervia»
Come anticipato il 64.enne del Luganese è già la terza vittima della montagna nello spazio di un mese nel Sopraceneri. Dopo la Verzasca il 7 giugno e la Riviera il 18 giugno, stavolta lo scenario di una caduta mortale durante un’escursione è stata la Valle di Blenio. Il dramma si è consumato sabato nella zona del Cogn di Camadra. «È una zona comunque impervia e che presuppone la conoscenza del terreno e dove è indispensabile non avventurarsi al di fuori dei sentieri» spiega ancora da noi sollecitato Enea Solari senza però come detto poter entrare nei dettagli del caso specifico, di cui non dispone. La segnalazione del mancato rientro dell’uomo è scattata intorno alle 22. «In breve tempo è stato avviato un dispositivo coordinato dalla Polizia cantonale con il coinvolgimento anche del Soccorso Alpino Svizzero e della REGA», riferisce la Polizia. Sulla base degli accertamenti e delle informazioni raccolte è stato così possibile circoscrivere la zona delle ricerche. Stando ad una prima ricostruzione e per cause che spetterà all’inchiesta stabilire, il 64.enne, poi ritrovato verso la una di domenica mattina, è rimasto vittima di una caduta, precipitando in un burrone in una zona impervia situata a un’altitudine di oltre 2.100 metri. I soccorritori della REGA non hanno potuto fare altro che constatare la morte a causa delle gravi ferite riportate.


I precedenti recenti
Il 18 giugno a perdere la vita durante un gita nella zona del Pizzo di Claro era stato un 66.enne di Grono, originario della Calanca, caduto a quota 2.400 metri. Mentre stava scendendo è precipitato per circa otto metri. Il 7 giugno un dramma si era consumato poco dopo le 19 in territorio di Frasco ( Verzasca). Vittima anche in questo caso di una caduta un 53.enne residente in Germania che stava effettuando un’escursione in zona Passo di Piatto a un’altitudine di circa 2.000 metri. È precipitato per un centinaio di metri morendo sul posto.

Nuovo flyer informativo Capanna Dötra – Scaletta

Le Capanne della SAT Lucomagno sono collegate da un’incredibile rete di sentieri. Alcuni più impervi, altri più magnanimi.
Abbiamo deciso di raffigurare questo legame in un nuovo flyer informativo che riassuma le peculiarità delle nostre “punte di diamante” e indichi all’escursionista la via che unisce Capanna Scaletta e Capanna Dötra più facile da percorrere.

Scaricatelo ora!