L’ACP (Associazione Cultura Popolare) Balerna in collaborazione con Filmstudio‘90 di Varese, ARCI, Legambiente e altri promuovono una nuova edizione della rassegna di terra e di cielo, cinema ambiente, natura, esplorazione
Queste proiezioni ci permettono di condividere esperienze, guardare il mondo con occhi diversi, e costruire nuove opportunità. È oggi più che mai una pratica urgente, necessaria, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.
A Balerna ci saranno due proiezioni. Entrata a offerta libera.
Sabato 30 aprile 2022 alle ore 20.45 sala ACP Balerna
LE TRAVERSIADI. Cinque viaggi (più uno) con gli sci al limite delle Orobie di Maurizio Panseri e Alberto Valtellina, Italia 2019, 77’ Nella primavera del 2018 Maurizio Panseri e Marco Cardullo ripetono per la quinta volta un’impresa improba, ben nota nell’ambito dello sci alpinismo bergamasco: attraversare le Alpi Orobie, da Varenna (provincia di Lecco, sulle sponde del lago di Como) a Carona di Valtellina (Sondrio), sulla scia dei pionieri Angelo Gherardi, Franco Maestrini e Giuliano Dellavite, che mapparono in nove giorni quello stesso percorso nel maggio del 1971. (Produzioni Alberto Valtellina, Lab80)
Sabato 14 maggio 2022 alle ore 20.45 sala ACP
SUL SENTIERO BLU di Gabriele Vacis, Italia 2022, 91’ Il film racconta un emozionante viaggio di un gruppo di giovani autistici sull’antica via Francigena. L’avventura fisica e spirituale di un gruppo di ragazzi con sindrome autistica ed educatori che decidono di intraprendere “il viaggio”. Un cammino fisico, ma anche spirituale, per provare a superare i propri limiti. Lontani da casa, dalle loro sicurezze e abitudini, sono chiamati a mettersi in gioco e a scalare il loro Everest. Una storia di speranza e di rivincita, che tocca profondamente per l’umanità, la ben visibile fatica – non solo fisica, ma soprattutto psicologica -, e per l’autenticità delle emozioni che vengono raccontate dalle immagini. Un film che diventa un segno di speranza e che ci invita ad andare oltre le nostre difficoltà, per riscoprire la bellezza della semplicità e del quotidiano.
Informazioni sulle proiezioni a Balerna www.acpnet.org acp@acpnet.org +41 (0)91 683 50 30 Informazioni sulla rassegna Di terra e di cielo www.filmstudio90.it
Le zecche prediligono boschi di latifoglie con un ricco sottobosco, preferibilmente i margini e i sentieri del bosco. Si posizionano sulle piante a bassa crescita aspettando che passi un essere vivente a sangue caldo.
Le zecche possono essere portatrici di diversi agenti patogeni. Le due malattie più importanti sono: . la borreliosi/malattia di Lyme; . la meningoencefalite primaverile-estiva (FSME), conosciuta anche come meningoencefalite da zecche.
Misure preventive
. indossare pantaloni lunghi e scarpe chiuse (infilare i pantaloni nelle calze). Gli indumenti di colore chiaro aiutano a individuare i parassiti; . utilizzare uno spray repellente contro le zecche sugli indumenti, sulle scarpe e sulle parti del corpo che possono facilmente venire in contatto con la vegetazione; . evitare il sottobosco; . effettuare un esame accurato del corpo e degli indumenti dopo un’escursione all’aperto.
Come rimuovere una zecca?
Non sempre ci si accorge della puntura di una zecca ed è pertanto necessario controllare tutto il corpo e gli indumenti dopo un’escursione all’aperto. Controllare anche il sottopelo degli animali domestici (p. es. gatti, cani o cavalli). La zecca individuata deve essere rimossa rapidamente utilizzando una pinzetta con la punta sottile, afferrandola a livello cutaneo ed estraendola in modo regolare. In seguito disinfettare bene la zona della puntura e annotare la data. In caso di febbre o altri sintomi dopo la puntura della zecca contattare un medico.
Un’applicazione per prevenire le punture delle zecche
L’applicazione sviluppata dall’Università di scienze applicate di Zurigo aiuta a prevenire le punture di zecche e mostra come comportarsi correttamente in caso di puntura. L’applicazione è disponibile per iOS e Android.
Giurisprudenza
Secondo la giurisprudenza, la puntura di una zecca costituisce un infortunio e va pertanto notificata all’assicurazione contro gli infortuni in caso di consultazione medica.
È stata inoltre segnalata la presenza della processionaria del pino in alcuni boschi del Canton Ticino.
Cos’è la processionaria del pino.
È una farfalla le cui larve (o bruchi) si sviluppano sulle conifere, in particolare sui pini, arrecando danni alle piante e causando a persone e animali reazioni cutanee irritative e allergiche, a volte allergie gravi. Le larve della processionaria del pino sono presenti sulle piante dall’autunno fino alla primavera. Una volta raggiunta la maturità, scendono lungo i tronchi in lunghe file fino al suolo, dove si interrano per trasformarsi prima in crisalide e poi, durante l’estate, in adulto.
Identificazione
Nel periodo invernale la presenza di questo insetto è agevolmente rilevabile grazie alla vistosità dei grossi nidi biancastri di svernamento, costruiti sulla parte più soleggiata delle chiome delle piante ospiti. Le larve mature hanno capo nero e corpo grigiastro, su cui spicca il rosso fulvo dei ciuffi di peli urticanti; lateralmente sono presenti lunghi peli biancastri e il colore tende al giallastro.
Danni
Nel corso di forti attacchi i pini colpiti possono essere completamente privati degli aghi. Infestazioni ripetute per più anni influiscono negativamente sugli accrescimenti e possono inoltre indebolire le piante al punto da predisporle a successivi attacchi di insetti e patogeni di debolezza. Le infestazioni di processionaria del pino rivestono inoltre una non trascurabile importanza igienico-sanitaria, poiché a partire dal terzo stadio larvale le larve portano sul dorso peli urticanti, conformati come dei piccoli arpioni, che possono essere facilmente liberati nell’aria e trasportati dal vento. Questi peli urticanti possono causare dolorose infiammazioni se vi è un contatto con la pelle e anche gravi reazioni se inalati.
Precauzioni da adottare
. non avvicinarsi e non sostare sotto piante infestate; . tenere i cani al guinzaglio nelle zone di presenza dei nidi; . raccomandare ai bambini di non toccare i bruchi in fila; . non tentare di distruggere i nidi con mezzi artigianali, poiché ciò favorisce la diffusione nell’ambiente dei peli urticanti; . a fine inverno-inizio primavera, quando si possono osservare con particolare frequenza le processioni di larve lungo i tronchi o sul terreno, evitare di raccogliere i bruchi senza protezioni e con mezzi inadeguati (scope, rastrelli, ecc.); . lavare abbondantemente frutti e prodotti di orti in prossimità di pini infestati.
In caso di contatto con i peli urticanti, persone e animali possono manifestare reazioni cutanee con prurito e, in individui predisposti, reazioni allergiche anche importanti. Generalmente è sufficiente lavare la pelle (ev. corpo e capelli) con acqua e sapone. Per asportare peli ancorati alla pelle si può usare del nastro adesivo. In caso di forte prurito la polvere di talco mentolato produce un effetto calmante.
Richiedono invece l’intervento medico le rare situazioni di reazione allergica generalizzata (sintomi respiratori) oppure di congiuntivite causate dal contatto di peli urticanti con gli occhi, o ancora di ingestione di peli o larve.
In caso di contatti accidentali con larve o nidi è consigliato manipolare gli indumenti con guanti e lavarli a temperatura non inferiore a 60°, fare una doccia ed evitare di grattarsi.
La neve isola: questa caratteristica, ben nota agli Inuit, è la stessa sfruttata dalle pernici bianche per sopravvivere agli inverni glaciali. A procurare loro un isolamento ottimale contribuisce però anche uno speciale meccanismo di adattamento del piumaggio.
Le pernici bianche sono gli unici uccelli alpini che mutano colore della livrea. Bruno d’estate, il loro manto si fa candido e più fitto d’inverno, consentendo alla specie di difendersi dai predatori e di proteggersi dal freddo. Durante la stagione invernale, il folto piumaggio bianco che ne ricopre interamente le zampe lasciando scoperti solo gli artigli offre a questi uccelli anche un secondo vantaggio: oltre a isolare dal freddo, crea una sorta di «effetto ciaspola» che permette loro di muoversi meglio sul terreno senza sprofondare nella neve.
La livrea invernale della pernice bianca risulta peraltro particolarmente efficace contro le temperature rigide delle regioni di montagna. Le penne candide sono infatti dotate di una barbula piumosa supplementare che ha un elevato potere isolante (cfr. Ill. 1). All’interno della sostanza di cui sono composte, le penne contengono inoltre bolle d’aria microscopiche. Meno presenti in quelle scure, queste bollicine d’aria sono più frequenti nelle penne bianche, accrescendone così il coefficiente d’isolamento.
Al riparo sotto la neve
Per risparmiare il massimo di energie durante l’inverno e sfuggire ai predatori, di notte e talvolta anche nel mezzo della giornata le pernici bianche scavano delle tane nella neve. Allo spuntare del giorno abbandonano le loro tane in cerca di cibo con cui riempire il gozzo. Le pernici bianche scavano con le zampe delle tane nella neve fresca e vi si immergono fino a mezzo metro di profondità. Da qui scavano una galleria lunga circa mezzo metro che richiudono dietro di sé. In questa specie di iglù digeriscono la scorta di cibo. Lo stesso procedimento si ripete nel pomeriggio.
Gli spostamenti in volo sono ridotti al minimo indispensabile perché comportano un grande dispendio di energia. Dalle misurazioni che sono state effettuate è emerso che anche a temperature estremamente rigide (p. es. nella Siberia nord-orientale, con una temperatura esterna compresa tra -40 e -50°C e venti fortissimi), all’interno dei cunicoli scavati nella neve la colonnina non scende sotto i -4°C e non supera -1°C . Anche quando le piante di cui si nutrono sono gelate e ricoperte di uno strato di ghiaccio, le pernici bianche sono in questo modo in grado di mantenere il loro bilancio energetico. Il presupposto essenziale è che gli animali non vengano disturbati.
Le perturbazioni hanno gravi conseguenze
Un corpo in avvicinamento provoca già a 300 metri di distanza vibrazioni in grado di spaventare una pernice bianca e metterla in fuga, costringendola ad abbandonare la sua tana ben isolata. Non soltanto l’animale disperde così molte preziose riserve d’energia, ma è pure costretto a interrompere la digestione del pasto consumato, un processo anch’esso dispendioso sotto il profilo energetico. Lo sciatore fuori pista, lo sci-alpinista o l’escursionista in racchette da neve che ha allarmato la pernice bianca con ogni probabilità non si è accorto di nulla.
Per rispettare gli animali basta osservare alcune semplici regole:
rispetta le zone di tranquillità ed i siti di protezione della fauna selvatica: sono le aree in cui si ritirano gli animali selvatici (clicca quì per aprire la cartina);
nel bosco utilizza solo i sentieri ed i percorsi segnalati: la fauna può così abituarsi alla presenza delle persone;
evita i margini boschivi e le superfici non innevate: sono le aree privilegiate per la fauna;
tieni i cani al guinzaglio, specialmente nel bosco: i cani mettono in fuga gli animali.
Il Gruppo Gestione Sentieri (GGS) del Bellinzonese e Alto Ticino comunica che qualche giorno fa è stato possibile procedere con la riapertura del sentiero tra Acquacalda e Croce Portera, chiuso recentemente a causa della caduta di massi e piante. Per motivi di sicurezza stradale, il servizio cantonale preposto ha potuto intervenire con il brillamento nonostante il divieto di accendere fuochi all’aperto. La squadra del GGS ha potuto ultimare il lavoro liberando il sentiero dalle piante cadute a terra. Si rendono attenti gli escursionisti che a causa della neve ancora presente non è stato possibile verificare tutta la tratta; ulteriori controlli verranno eseguiti le condizioni lo permetteranno.