Domenica 8 maggio la Capanna Dötra festeggia le mamme

Mamma. Nessuna parola é più bella.
La prima che si impara, la prima che si capisce e che s'ama.
La prima di una lunga serie di parole con cui s'è risposto alle infinite, alle amorose, timorose domande della maternità.
E anche se diventassimo vecchi, come chiameremmo la mamma più vecchia di noi?
Mamma.
Non c'è altro nome.
Marino Moretti

Il team Capanna Dötra vi aspetta domenica 8 maggio per festeggiare le mamme!
Eccovi il menù in anteprima.
Riservazione obbligatoria allo 091.872.11.29. Vi aspettiamo!

Rassegna di cinema e video – Di Terra e di Cielo cinema, ambiente, natura, esplorazione

L’ACP (Associazione Cultura Popolare) Balerna in collaborazione con Filmstudio‘90 di Varese, ARCI, Legambiente e altri promuovono una nuova edizione della rassegna di terra e di cielo, cinema ambiente, natura, esplorazione

Queste proiezioni ci permettono di condividere esperienze, guardare il mondo con occhi diversi, e costruire nuove opportunità. È oggi più che mai una pratica urgente, necessaria, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.

A Balerna ci saranno due proiezioni. Entrata a offerta libera.

Sabato 30 aprile 2022 alle ore 20.45 sala ACP Balerna

LE TRAVERSIADI. Cinque viaggi (più uno) con gli sci al limite delle Orobie
di Maurizio Panseri e Alberto Valtellina, Italia 2019, 77’
Nella primavera del 2018 Maurizio Panseri e Marco Cardullo ripetono per la quinta volta un’impresa improba, ben nota nell’ambito dello sci alpinismo bergamasco: attraversare le Alpi Orobie, da Varenna (provincia di Lecco, sulle sponde del lago di Como) a Carona di Valtellina (Sondrio), sulla scia dei pionieri Angelo Gherardi, Franco Maestrini e Giuliano Dellavite, che mapparono in nove giorni quello stesso percorso nel maggio del 1971.
(Produzioni Alberto Valtellina, Lab80)

Sabato 14 maggio 2022 alle ore 20.45 sala ACP

SUL SENTIERO BLU
di Gabriele Vacis, Italia 2022, 91’
Il film racconta un emozionante viaggio di un gruppo di giovani autistici sull’antica via Francigena. L’avventura fisica e spirituale di un gruppo di ragazzi con sindrome autistica ed educatori che decidono di intraprendere “il viaggio”. Un cammino fisico, ma anche spirituale, per provare a superare i propri limiti. Lontani da casa, dalle loro sicurezze e abitudini, sono chiamati a mettersi in gioco e a scalare il loro Everest. Una storia di speranza e di rivincita, che tocca profondamente per l’umanità, la ben visibile fatica – non solo fisica, ma soprattutto psicologica -, e per l’autenticità delle emozioni che vengono raccontate dalle immagini. Un film che diventa un segno di speranza e che ci invita ad andare oltre le nostre difficoltà, per riscoprire la bellezza della semplicità e del quotidiano.


Informazioni sulle proiezioni a Balerna
www.acpnet.org
acp@acpnet.org
+41 (0)91 683 50 30
Informazioni sulla rassegna Di terra e di cielo www.filmstudio90.it


Simulazione di un intervento valanga per il Capo Soccorso della SAT Lucomagno

Di Stefano Scapozza
Tratto dalla rivista Voce di Blenio, N.3, marzo 2022

Domenica 30 gennaio 2022 la Colonna di soccorso della SAT Lucomagno, in collaborazione con Montagne sicure, ha organizzato nella regione del Lucomagno una giornata sul tema nivologia e valanghe aperta a tutta la popolazione (livello base).
Dopo questa giornata, eccovi lo spunto e la riflessione del capo colonna Stefano Scapozza che ha voluto presentare pubblicamente uno scenario probabile, di quello che succede dal momento preciso in cui suona il pager (dispositivo di mobilitazione), e quindi le problematiche cui deve far fronte il capo intervento, correlate alla speranza di vita di una o più persone travolte da una valanga.
La Redazione

È inverno, una splendida giornata.
L’ultima nevicata è caduta tre giorni fa.
Sto facendo un verbale di intervento valanga.

15:15 suona il pager della stazione di soccorso di Olivone.
Penso subito a cosa può essere successo.
Leggo sul pager, “Allarme stazione 9.02, valanga“.


L’adrenalina mi sale a mille, in uno stato di agitazione prendo contatto con la centrale operativa della Rega.
Un’operatrice, in un italiano un po’ precario mi dice: “Tre sepolti in zona la Biancia”.
Prendo nota delle coordinate, annoto il numero di telefono di chi ha dato l’allarme e dò uno sguardo alla cartina. Verificati i dati, esclamo: “Zona la Bianca, non la Biancia!”. Lei mi risponde: “Sì giusto, la Banca”.

L’adrenalina mi sale a mille, in uno stato di agitazione prendo contatto con la centrale operativa della Rega

Lei, sempre con voce gentile, mi spiega che Rega 6 (base Rega Locarno) e un elicottero commerciale sono già stati allarmati.
L’elicottero commerciale ha il compito di recuperare il Conducente cane da valanga di picchetto con il proprio cane. Il punto di ritrovo per lui è Isone. Per Rega 6 invece il punto di ritrovo per recuperare il Soccorritore è il piazzale d’atterraggio a Scona, appena sopra al ristorante Arcobaleno.
Decido di scrivere nella chat WhatsApp “Colonna di Soccorso”: “A tutti i soccorritori, allarme valanga, ritrovo magazzino colonna il più presto possibile“.
In tutta fretta mi cambio, indosso la tuta, il cellulare sta già squillando, ma non rispondo, ora non ho tempo: devo prepararmi prima che arrivi l’elicottero.
Scendo al piano di sotto, indosso l’Artva, la giacca e prendo il sacco di primo intervento già pronto. La pala e la sonda sono già all’interno dall’inizio della stagione invernale.
Salgo in auto, il cellulare continua a squillare. Per fortuna il bluetooth dell’auto mi dà una mano, rispondo e “Ciao Tifu, cos’è successo?
È un soccorritore che vuole rendersi utile. Gli spiego brevemente cosa è successo e lui mi dice di trovarsi a Chiasso. Diventa subito chiaro che non potrà rendersi utile in breve tempo…
Mi dirigo al punto di ritrovo Rega 6.
Il cellulare suona di nuovo, rispondo. Per mia fortuna è un soccorritore che si trova in zona. Gli dò una breve delucidazione di cosa è successo e gli affido il compito di gestire gli altri soccorritori che arriveranno – spero – per dare una mano e di preparare tutto il materiale per un intervento in valanga.
Mentre sono ancora al telefono sento sotto un’altra chiamata. La ignoro.
Dall’allarme sono già trascorsi 8 minuti.
Sto aspettando l’elicottero, in quel momento mi scorrono davanti agli occhi tutti i corsi fatti su come gestire un intervento da valanga e cosa fare.
Nel frattempo arriva l’elicottero, sono già trascorsi 12 minuti dall’allarme. Salgo sull’elicottero. Non succede spesso. In tutta onestà per me è la pima volta che volo con la Rega: tutti gli altri interventi ai quali ho partecipato erano sempre con condizioni meteo che non permettevano agli elicotteri di volare.
Mentre ci dirigiamo sul posto mi ricordo che ho in tasca una check-list valanghe. La sfoglio per aiutarmi a ricordare cosa dovrò fare una volta sul posto e controllare se quanto andava fatto finora l’ho fatto.
Sorvoliamo la valanga, la zona dall’alto sembra sicura, decido che posso farli atterrare. Si vedono tre persone che scavano.
Mostro al pilota dove vorrei essere lasciato, scendo dall’elicottero e mi dirigo verso le tre persone. Nel frattempo, annoto che sono le 15:30.
Arrivato finalmente sul posto, il sepolto sospira e dopo un paio di secondi parla. Dai suoi occhi si vede che è felice di vivere. Ha freddo, ma dice di star bene.
Ne approfitto per raccogliere più informazioni e ricostruire l’accaduto.
Mentre parlo con i malcapitati suona il cellulare: è il soccorritore incaricato di gestire gli uomini e di preparare il materiale.
Rispondo, mi dice che lui e un altro soccorritore sono in magazzino a Olivone pronti a partire e mi chiede: “Dov’è il punto di ritrovo con l’elicottero?
Con calma spiego che è tutto a posto, gli racconto quanto è successo:
quattro persone, due sepolti nella valanga. Tutti dotati di Artva, pala e sonda.
Dopo che è scesa la valanga i due compagni non travolti incominciano la ricerca, scrutano la superficie in cerca di indizi e vedono sporgere una gamba con lo scarpone. Accorrono e in poco tempo disseppelliscono il loro compagno. In tre stano bene, ma all’appello manca il quarto.
Con sangue freddo uno dei tre incomincia una ricerca di superficie con l’Artva, trova un segnale, lo segue e lo localizza.
Toglie la sonda dal sacco e comincia a sondare a chiocciola, come gli è stato insegnato al corso. Dalla sonda percepisce qualcosa di strano e grida: “L’ho trovato!
Gli altri due accorrono per dare una mano a diseppellire il compagno, utilizzano la tecnica a U come visto e provato al corso, scavano, trovano una mano, poi il braccio, nel frattempo arrivo io con l’elicottero, scavano e scavano fino arrivare alla testa e a quel punto vedono la scena più bella della giornata: il compagno che sospira e che sta bene.

Toglie la sonda dal sacco e comincia a sondare a chiocciola, come gli è stato insegnato al corso. Dalla sonda percepisce qualcosa di strano e grida: “L’ho trovato!”

Penso che quella sospirata me la ricorderò a vita… guardo l’orologio, controllo, sono le 15:32, e qui rifletto…..

15 minuti è il tempo che ho impiegato ad arrivare sulla valanga.
Nei primi 15 minuti un sepolto in valanga ha il 92% di possibilità di sopravvivere (se ha la fortuna che le vie aeree sono rimaste libere e non ha subito traumi importanti.
Dopo ulteriori 15 minuti, le sue possibilità di sopravvivenza sono scese al 45%. Ogni minuto che trascorre statisticamente fa calare la probabilità di sopravvivenza di un ulteriore 1%. quindi,. dopo tre quarti d’ora si riducono al 15%.
Per fortuna, mi dico, che i quattro amici avevano tutta l’attrezzatura necessaria e avevano seguito un corso su come utilizzarla e per fortuna che si erano esercitati per un’eventuale valanga, con l’idea che a loro non sarebbe mai capitato nulla, ma che forse un domani potevano essere utili a qualcun altro.

15 minuti è il tempo che si ha per dare al proprio compagno una speranza di vita

15 minuti è il tempo che si ha per dare al proprio compagno una speranza di vita e…15 minuti è stato il tempo per avere la prima squadra di professionisti con l’elicottero Rega sul posto che può iniziare la ricerca sia da terra sia dall’elicottero e iniziare a disseppellire le persone travolte.

Per noi forze di soccorso, le operazioni su valanga sono sempre una sfida, perché sono una corsa contro il tempo in cui ogni secondo conta per le vittime sepolte.