La pernice bianca si costruisce un iglù

La neve isola: questa caratteristica, ben nota agli Inuit, è la stessa sfruttata dalle pernici bianche per sopravvivere agli inverni glaciali. A procurare loro un isolamento ottimale contribuisce però anche uno speciale meccanismo di adattamento del piumaggio.

tratto da zone-di-tranquillita.ch

 © Luca Giordano

Le pernici bianche sono gli unici uccelli alpini che mutano colore della livrea. Bruno d’estate, il loro manto si fa candido e più fitto d’inverno, consentendo alla specie di difendersi dai predatori e di proteggersi dal freddo. Durante la stagione invernale, il folto piumaggio bianco che ne ricopre interamente le zampe lasciando scoperti solo gli artigli offre a questi uccelli anche un secondo vantaggio: oltre a isolare dal freddo, crea una sorta di «effetto ciaspola» che permette loro di muoversi meglio sul terreno senza sprofondare nella neve.

La livrea invernale della pernice bianca risulta peraltro particolarmente efficace contro le temperature rigide delle regioni di montagna. Le penne candide sono infatti dotate di una barbula piumosa supplementare che ha un elevato potere isolante (cfr. Ill. 1). All’interno della sostanza di cui sono composte, le penne contengono inoltre bolle d’aria microscopiche. Meno presenti in quelle scure, queste bollicine d’aria sono più frequenti nelle penne bianche, accrescendone così il coefficiente d’isolamento.

Al riparo sotto la neve

Per risparmiare il massimo di energie durante l’inverno e sfuggire ai predatori, di notte e talvolta anche nel mezzo della giornata le pernici bianche scavano delle tane nella neve. Allo spuntare del giorno abbandonano le loro tane in cerca di cibo con cui riempire il gozzo. Le pernici bianche scavano con le zampe delle tane nella neve fresca e vi si immergono fino a mezzo metro di profondità. Da qui scavano una galleria lunga circa mezzo metro che richiudono dietro di sé. In questa specie di iglù digeriscono la scorta di cibo. Lo stesso procedimento si ripete nel pomeriggio.

Gli spostamenti in volo sono ridotti al minimo indispensabile perché comportano un grande dispendio di energia. Dalle misurazioni che sono state effettuate è emerso che anche a temperature estremamente rigide (p. es. nella Siberia nord-orientale, con una temperatura esterna compresa tra -40 e -50°C e venti fortissimi), all’interno dei cunicoli scavati nella neve la colonnina non scende sotto i -4°C e non supera -1°C . Anche quando le piante di cui si nutrono sono gelate e ricoperte di uno strato di ghiaccio, le pernici bianche sono in questo modo in grado di mantenere il loro bilancio energetico. Il presupposto essenziale è che gli animali non vengano disturbati.

Le perturbazioni hanno gravi conseguenze

Un corpo in avvicinamento provoca già a 300 metri di distanza vibrazioni in grado di spaventare una pernice bianca e metterla in fuga, costringendola ad abbandonare la sua tana ben isolata. Non soltanto l’animale disperde così molte preziose riserve d’energia, ma è pure costretto a interrompere la digestione del pasto consumato, un processo anch’esso dispendioso sotto il profilo energetico. Lo sciatore fuori pista, lo sci-alpinista o l’escursionista in racchette da neve che ha allarmato la pernice bianca con ogni probabilità non si è accorto di nulla.

Per rispettare gli animali basta osservare alcune semplici regole:

  • rispetta le zone di tranquillità ed i siti di protezione della fauna selvatica: sono le aree in cui si ritirano gli animali selvatici (clicca quì per aprire la cartina);
  • nel bosco utilizza solo i sentieri ed i percorsi segnalati: la fauna può così abituarsi alla presenza delle persone;
  • evita i margini boschivi e le superfici non innevate: sono le aree privilegiate per la fauna;
  • tieni i cani al guinzaglio, specialmente nel bosco: i cani mettono in fuga gli animali.

Il ritratto di un osservatore SLF

Gli osservatori dell’SLF

Per poter creare un bollettino delle valanghe affidabile è necessario disporre di informazioni aggiornate provenienti dal territorio. A tal fine, l’SLF gestisce una propria rete di osservatori. Gli osservatori ufficiali vengono formati dall’SLF, inviano regolarmente le loro osservazioni e vengono rimborsati per le loro segnalazioni. A seconda della situazione vengono rilevati dati in parte differenti, come ad es. valutazioni su neve fresca e ventata, segnali di allarme e distacchi di valanghe osservati e spesso anche una valutazione del pericolo di valanghe attuale.

Alcuni degli osservatori SLF trasmettono le loro segnalazioni per lo più da un determinato luogo che, di norma, è quello in cui risiedono o lavorano. Oltre alle osservazioni, alcuni di loro effettuano anche delle misure su un campo di rilevamento.

Una parte degli osservatori del SLF si muove liberamente lungo le Alpi svizzere. Essi contattano l’SLF soprattutto quando sono in possesso di informazioni importanti relative alla loro posizione momentanea.

Filippo Genucchi

. Vive con la sua fidanzata nella casa costruita nel 1546 dalla sua famiglia
. In inverno responsabile della sicurezza del passo del Lucomagno, in estate cantoniere per sentieri di mountainbike ed escursionistici
. Osservatore SLF dal 2007

Cosa segnali esattamente in qualità di osservatore?

In qualità di osservatore regionale, segnalo ogni giorno numerose informazioni relative all’altitudine e all’esposizione. Queste includono ad esempio dettagli sulla neve fresca, sul limite delle nevicate e sulle proprietà della superficie del manto nevoso. A queste si aggiungono le osservazioni relative a valanghe spontanee e distacchi artificiali. Tutte queste informazioni mi servono per stimare l’innevamento e la situazione valanghiva così come per valutare l’eventuale evoluzione. Due volte al mese rilevo un profilo su pendio con test di stabilità.

Come sei diventato osservatore SLF?

Durante il servizio militare ho avuto la fortuna e la soddisfazione di operare presso il reparto valanghe dell’Esercito svizzero. Le attività che svolgevo come soldato della milizia – simili a quelle che svolgo oggi come osservatore SLF – mi sono talmente piaciute che dopo il servizio militare volevo rimanere in quel campo. Quindi ho deciso di partecipare a un corso per osservatori presso l’SLF, anche per rimanere sempre aggiornato sull’argomento.

Cosa ti piace di questa tua funzione?

Amo vivere all’aperto e mi piace la sensazione di far parte di un grande insieme. Il bollettino delle valanghe è un servizio efficiente e utile dell’SLF.

Cosa ti piace meno/è più faticoso?

A volte per motivi di tempo è difficile scavare a metà e fine mese i profili stratigrafici, a causa di altri impegni. In questi casi devo trovare una soluzione, ma veramente faticoso non lo è mai.

Cosa significa per te essere un osservatore?

Per me è un piacere e anche un onore poter offrire il mio contributo a questo importante prodotto come il bollettino delle valanghe. Anche se è difficile fare un confronto, quando viaggio all’estero mi accorgo di quanto siamo fortunati qui in Svizzera dal punto di vista della prevenzione contro le valanghe. Ho la responsabilità di segnalare le informazioni corrette, quindi prendo molto sul serio la mia attività di osservatore.

Come riesci a conciliare questa tua funzione con le altre attività?

Dall’inverno 2008/2009 sono responsabile della sicurezza per l’apertura invernale della strada che porta al passo del Lucomagno sul lato ticinese. Un lavoro che si concilia bene con la mia funzione supplementare di osservatore SLF, perché per entrambi i lavori è fondamentale stare ogni giorno all’aperto a contatto con la neve.

Qual è stata la tua esperienza più impressionante con la neve e le valanghe?

Ogni valanga catastrofica che si abbatte sulla strada mostra la forza brutale della neve: ogni volta questa è per me un’esperienza impressionante. Le valanghe per scivolamento di neve che diventano sempre più problematiche fanno pensare a un cambiamento ambientale (ad es. clima, limite delle nevicate) e a quanto l’ambiente sia fragile.

Io stesso ho già causato il distacco di alcune valanghe, ma fortunatamente non sono mai rimasto sepolto. Queste esperienze mi hanno insegnato molto.

Cosa ti lega al materiale neve?

La passione per lo scialpinismo e naturalmente per il lavoro.

Cosa ti piace fare quando hai finito di lavorare/nel tuo tempo libero?

Per fortuna posso conciliare il lavoro, la passione, gli hobby e lo sport. Ciò significa che lavoro durante il tempo libero e viceversa.

Qual è il posto che ami di più nel mondo?

Mi piacciono tutte le stagioni. Un inverno con neve a sufficienza, basse temperature e assenza di vento sarebbe un stagione ideale che per me potrebbe durare sei mesi.

A cosa non puoi rinunciare?

Il passo del Lucomagno ha naturalmente un posto speciale nel mio cuore. Anche il deserto d’alta quota in Cile e i vulcani sono posti molto speciali per me. Ma esistono anche numerosi altri posti che mi hanno lasciato un bel ricordo, ad esempio New York. Prima di visitarla per la prima volta, non avrei mai creduto che mi piacesse. Ma in fin dei conti una grande metropoli è come un grande bosco da scoprire.

Qual è il periodo dell’anno che ami di più?

Non posso rinunciare a stare all’aria aperta.

Quest’anno l’SLF festeggia «75 anni di bollettino valanghe». Cosa significa per te questo anniversario?

Sono orgoglioso e soddisfatto di far parte di questo pezzo di storia. Il bollettino delle valanghe dell’SLF è inoltre un ottimo biglietto da visita.

Links
Tutti i ritratti degli osservatori

Attenzione, valanghe!

Le vacanze natalizie imminenti e le restrizioni imposte da Cantone e Confederazione ci fanno alzare lo sguardo verso le montagne che ci circondano, quest’anno già abbondantemente imbiancate.
Non improvvisatevi sci-escursionisti o ciaspolatori, ma informatevi sui pericoli che si nascondono sotto la coltre nevosa, rispettate la montagna, voi stessi e gli altri.

Sul sito slf.ch é possibile consultare il bollettino valanghe aggiornato mentre whiterisk.ch propone documentazione interessante, utile a ricordarci tematiche spesso dimenticate, come le dinamiche di gruppo, i segnali d’allarme, la pianificazione di un itinerario.

Il nostro Presidente Enea Solari interviene su Teleticino sul binomio escursioni invernali e Covid-19. Date un’occhiata e buon inverno!